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268-268, è quello dei Dioscuri; e che anche questo tipo si connette, in modo per me evidente, con la soggezione dei Locresi e dei Regini, avvenuta qualche anno prima (272-271 a. C.).

I Dioscuri, espressi sul primo denaro romano propriamente detto, non mancano di avere la loro significazione religiosa e politica, in accordo persino con i due astri, propri loro simboli, de’ quincussi coi polli augurali (v. sopra p. 82). Vedansi gli astri introdotti nel bronzo coniato di Capua a iscrizione osca, anche quando i tipi monetari non hanno coi Dioscuri nessun vicino rapporto, Garrucci, tavola LXXXVI, 33, 34; LXXXVII, 1, 2, 3, 19.

Fu certamente l’acquisto delle due ultime città dei Brezzi (ΒΡΕΤΤΙΩΝ), la prima dedizione dei Locresi (ΛΟΚΡΩΝ), avvenuta nel 2771, ed in ispecie l’assoggettamento definitivo di Locri e di Regio (271 a. C.), che indussero i Romani a rinnovare il culto dei Dioscuri, identificandoli ai Cabiri (Dei magni) ed ai Penates2.

I Dioscuri che salvarono prodigiosamente i Locresi a Sagra nel sec. VI a. C, e che nel medesimo modo leggendario (loro epiphania) avevano salvato i Romani sul lago Regillo (496 a. C, cfr. Ludwig Preller-Jordan, II, p. 301), si erano mostrati migliori patroni e salvatori dei Romani che dei Brezzi, Locresi e Regini. Si confrontino le monete coi Dioscuri

  1. La prima dedizione dei Locresi è celebrata dal noto statere, Garrucci, tav. CXII, 31-32 (cfr. Head, p. 88), il quale nel diritto esibisce la testa di Giove laur. (Giove Capitolino), e nel rovescio la Fede dei Locresi (iscr. ΙΣΤΙΣ ΛΟΚΡΩΝ) che incorona Roma (iscr. ΡΩΜΑ), seduta sopra lo scado gallico. Intorno a questo tipo cfr. sopra note 83 e 72.
  2. Intorno ai Penati v. il più recente scritto di Wissowa, nell’Hermes, 1887: Ueberlieferung über die röm. Penaten.