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102 | luigi a. milani |
269 a.C., ed a testimonianza di Livio (Ep. XV) e di altri, nel 268, quattro anni dopo la presa di Taranto e quattro avanti la prima guerra punica.
Siccome però Varrone afferma formalmente (vedi sopra p. 88) che avanti la prima guerra punica, cioè avanti il 264, l’asse pesava 288 scrupuli (=12 once)1, e da un lato i quincussi coi rostri in mare, quelli col tridente di 1ª e 2ª emissione, i quadranti correlativi col tridente e le once col rostro di Rimini, colonia del 268 a.C. (v. p. 86 e nota 63), e lo stesso aes grave laziale ed urbano di prima riduzione (11-10 once), coi loro peculiari tipi marini (tridenti, prore rostrate, trisceli; cfr. sopra), fanno chiara allusione alle prime operazioni navali dei Romani, sono indotto a riportare la riduzione trientale alcuni anni più tardi; probabilmente dopo l’alleanza contratta dai Romani con Ierone II (263 a.C.), dopo la prima grande vittoria navale di Milazzo (260 a.C.), e forse bene in coincidenza col rifornimento della flotta che precede la vittoria di Ecnomo (256 a.C.).
È nel momento culminante della guerra punica che i Romani si trovano obbligati a ricorrere a quel primo grosso spediente finanziario, e non già prima di cominciare la guerra e prima di passare in Sicilia (264 a.C.).
La guerra contro i Cartaginesi prendeva inaspettatamente proporzioni gigantesche, ed i bisogni straordinari dell’erario, per creare la marineria di cui i Romani mancavano, si facevano di più in più ur-
- ↑ Resta difficile di determinare il peso preciso dello scrupolo o quello della libbra romana originale, di cui esso era 1/288. Hultsch, Metr. Untersuch., ragguaglia la libbra a gr. 327,456 e dà quindi allo scrupolo gr. 1,137. Garrucci (p. 8) ragguagliava a preferenza la libbra romana a gr. 324 (peso della mina asiatica leggera), e faceva lo scrupolo di gr. 1,12.