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88 | luigi a. milani |
minio sul mare e forse benanco i raffi ed i corvi con cui Duilio, afferrando, arroncigliando e traendo a sé le navi cartaginesi, riuscì a trasformare la battaglia navale in una battaglia terrestre1.
Dopo ciò i pesi dei quadrilateri interi con i rostri:
- a) Parigi, gr. 1525,25,
- b) Mus. Brit., gr. 1491,70,
inferiori alle cinque libbre romane piene, e precisamente fusi sul piede dell’asse romano diminuito di un’oncia, offrono quasi la prova matematica che questi quadrilateri, anziché riferirsi alla vittoria d’Anzio (338 a. C.), fanno allusione alla prima grande vittoria navale riportata dai romani (Mylae, a. 260 a, C.).
I detti pesi concordano infatti con le esplicite testimonianze di Varrone (D. R. R., I, 10, 2, cfr. L. L., V, 169, 182), che l’antico asse romano avanti la prima guerra punica era di 288 scrupuli (= 12 once, v. nota 81): «scriptula CCLXXXVIII as antiquus noster ante bellum punicum valebat»; e concorda altresì con le testimonianze di Verrio Fiacco presso Festo (p. 98) e di Plinio, H. N. XXXIII, 3, 44, ecc.2, che l’asse non cominciò a ridursi se non in causa della detta guerra.
Aggiungasi quest’altro fatto non stato mai osservato, eppure cronologicamente importantissimo e decisivo, che l’aes grave urbano di peso più forte (11 a 10 once), quindi più antico, esibisce la prora di nave normalmente priva del rostrum tridens (cfr. d’Ailly, I, tav. VI-XIII); mentre nell’aes grave urbano di ulteriore riduzione da 9 once in giù (trientale, sestan-