Pagina:Rivista di cavalleria (Volume I, 1898).djvu/279


Sull’alimentazione del cavallo di truppa




Considerazioni e proposte




(Continuazione, vedi fascicolo primo).


Chi voglia occuparsi dell’alimentazione del nostro cavallo militare deve, anzitutto, aver presente che la produzione del lavoro — sia esso in modo di massa, sia in modo di velocità — richiede un appropriato impiego degli alimenti: lo che conduce a stabilire sopra una diversa base la composizione della razione foraggio e fornisce la maniera di ottenere il maggior profitto economico ed alimentare dai prodotti del nostro suolo.

Ciò premesso, io credo che se nella razione, invece di due, si facessero entrare quattro derrate, cioè, l’avena, l’orzo, il fieno e la paglia, si potrebbe, se non risolvere definitivamente l’arduo quesito, trarre un beneficio non lieve in favore dell’alimentazione dei nostri quadrupedi.

L’idea non è nuova, e ricordo che, pochi anni fa, il Ministero della guerra la sottopose al giudizio dei Comandanti di corpo d’armata e delle persone tecniche da essi dipendenti, sollecitandone il parere1.

Sulla scorta delle cifre tolte ai listini commerciali dei principali mercati della Penisola, il prezzo dell’orzo nell’ultimo quinquennio fu, in media, inferiore di tre lire al quintale al prezzo medio dell’avena.

Tale differenza, per un’amministrazione che deve acquistare migliaia e migliaia di quintali di un dato genere, ha senza dubbio una capitale importanza.

Oltre a ciò, non bisogna trascurare il fatto che la richiesta di quattro generi simili, invece di due, trovando nel mercato

  1. Circolare in data 20 maggio 1893, n. 4061.