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consiste nel considerare non i fini, ma soltanto i mezzi dell’agire, e nel porre sotto questo riguardo al medesimo livello le verità scientifiche e le pratiche mistiche e occultistiche.

Nello stesso fascicolo G. Vacca espone: «Alcune idee di un filosofo cinese del LV secolo avanti Cristo (Chuang-Tse)».


Rivista italiana di Sociologia. — 1906, fasc. II (marzo-aprile). G. Viola: «La teoria dell’uomo medio e la legge delle variazioni individuali».

Il Viola dà in questo suo articolo i risultati di suoi studi miranti a controllare, per così dire, la teoria dell’«uomo medio» di Quetelet.

Il Viola ha stabilite, su 350 individui da lui osservati nella Clinica di Padova, (— le ricerche furono da lui già esposte in sei «letture», pubblicate in: A. De Giovanni. Lavori dell’Istituto di Patologia medica dell’Università di Padova, — ) le curve di seriazione di parecchie misure del corpo umano, fissando per ognuna di esse il «valore normale». Ora, l’A. confronta questi valori con quelli trovati dal Quetelet con una ricerca, di cui egli mostra la empirica ristrettezza, (— ricerca su 30 individui scelti con criterio particolare tra uomini di «belle proporzioni» — ), coi dati offerti nel sec. XV da Leon Battista Alberti, e con dati dall’A. stesso rilevati con criteri scientifici sui capolavori greci dell’Apollo e dell’Antinoo; egli trova che essi coincidono tutti in modo meraviglioso. Pertanto: a) dimostra come ciò avvenga perchè la diversità dei metodi non è che apparente tra chi stabilisce, com’egli fa, la «norma» di una seriazione e chi fissa, come l’Alberti e il Quetelet, la media di un gruppo scelto con determinati criteri, — uomini di «belle proporzioni», — e che viene ad essere un gruppo centrale di una seriazione naturale; b) viene alla conclusione della coincidenza del criterio estetico, (belle proporzioni, capolavori dell’arte greca), e del calcolo seriale: la «norma» è ciò che più piace. Ora, di questo l’A., da una parte dà tutta una spiegazione logica ricercando come venga in noi a formarsi il concetto della bellezza, corrispondente alla normalità; dall’altra parte egli ne fissa la dimostrazione sperimentale dal punto di vista statistico-matematico: è la vera determinazione dell’«uomo medio». L’A. mostra con parecchi esempi come «la norma delle singole parti componenti dà per risultato un sistema composto normale»: es., la statura «normale» corrisponde alla somma dei «valori normali» delle misure delle diverse parti del corpo componenti la statura; il «valore normale» della massa del tronco coincide col risultato della combinazione dei «valori nor-