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Nello stesso Codice, dopo alcune poesie di Dante, si legge il seguente Sonetto di cui non è indicato l’Autore.



     S’io fossi della mente tucto libero
Si come allo ’ntellecto converrebesi
Questo sermone a voi ben loderebbesi
Gia da doctrina ne manco ne scevero

     Ma come in picciol fonte ch’io m’abevero
Così so pedicar appena intendesi
Ciascuna passione appena intendesi
L’alma cercar come v’è cupo il tevero

     Dirò perciò non come il dire immutami
A vostra perfection sempre inchinandola
Pur che la solution di questo dicami

     Se due sola una cosa adoperandola
Igualmente finita questo implicami
L’un con prudenza l’altro sollazzandola.