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     Chi per altrui fallire
Ad alcun hôm’offende8
Mal argomento prende
Ch’ei non tolle fallir, ma dobla fallo9.
Chi ben pensa ’l finire
Non subito intraprende:
Di gran saver risplende
L’ôm, ch’a vendetta far pone intervallo10.
Che scusa prendi tu che se’ plelato11?
Se se’ sforzato da chi t’è maggiore
Che colpa è del minore?
Ogni ôm meriterà iddio com’è giusto:
Se d’esser basso t’ha magnificato
Pertiene a te l’esser perdonatore;
Et se di ciò se’ fore
D’altro colore hai maniche che busto.

     La superbia e’ ministra
Del poder ch’à ’l chercato,
E avvi seminato
Ipocresia lussuria ed avarizia12.
Tengon per via sinistra
Lodando il destro lato.
Poco è nell’ôm pregiato
Lodar virtù con operar malizia.
Posto v’ha vigna, che ne nasce vino
Che divien, qual ne bee, ambizioso13,
E ’l mai religïoso
Da questo segno non s’allunga guari.