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     Piange la gente vana
Sovente quand’ôm more
Non perch’aggia dolore
Del suo misfar, ma sol perchè s’assenta7.
Ma chi la mente ha sana,
S’avìa nell’hom amore8,
Piange, perchè ha umore9
Del suo dannar quando si rappresenta.
Quand’uomo nasce divien pellegrino,
Et quanto vive tanto sta in viaggio;
Et s’è provido e saggio
Non entra in forza di chi gli è nimico.
Tende suoi lacci lo serpente antico,
Et per l’om prender si pon nel passaggio;
Et quale ha van coraggio10
E’ prende, e, se tener pò, ’l mette al chino11.

     Hom male ostinato12
Che vedendo non credi
Perche non ti provvedi?
Già quant’è ’l dì tanto l’acquista morte13,
E ’l tesoro ammassato
E le gioie che possiedi
Donar, o far corredi
Non han poder di prolungar tue sorte.
Richezza, povertà, senno follia14,
Et puossi dir tristizia l’allegrezza,
Et l’alto star bassezza
Quando la cosa è fuor di tempo e loco.