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alla fabbrica contigua, detta scioccamente al solito, curia isiaca, a danno della quale l’Iseum ebbe aggiunto, sia un pastophorium, sia un triclinium, pei sacerdoti, che non è facile determinare, al quale [n. 26.] posero un pavimento a musaico tre divoti della famiglia Popidia, facendovi lavorare allo stesso modo i loro nomi: N • POPIDI • AMPLIATI, N • POPIDI • CELSINI • CORELIA CELSA. Questo edilizio cadde pel terremoto del 817, e Popidio Celsino lo rimise in piedi: per la qual liberalità i decurioni lo ammisero fra il loro numero senz’altra spesa, come praetextatus, essendo appena di sei anni. I dritti di questi ci vengono descritti da Papiniano: Minores viginti quinque annorum decuriones facti sportulas decurionum accipiunt: sed interim suffragium inter ceteros ferre non possunt (D. L. 2. de decur 6). Si legge sulla porta:
N • POPIDVS • N • F • CELSINVS•
AEDEM • ISIDIS • TERRAE • MOTV • CONLAPSAM
A FVNDAMENTO•P•S•RESTITVIT•HVNC DECVRIONES OBLIBERALITATEM
CVM•ESSET•ANNORVM•SEXS•ORDINI•SVO.GRATIS•ADLEGERVNT
L’edificio contiguo è a parer mio lavoro degli Osci, e lo si disse (v. a p. 92). Troppo fondamento ne dà lo stile, e non può ragionevolmente rifiutarsi la testimonianza della lapida in osca lingua quivi trovata, che legge: