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Chalcidicum cum suis ornamentis (v. la mia storia d’Isernia p. 91) e Curiam et continens ei Chalcidicum dell’Index rerum gestarum di Augusto.


Dell’edifizio detto Triibús, e della voce Cumbenniús.


I dotti, che quasi universalmente ora convengono intorno alla interpretazione delle epigrafi osche, non hanno determinato ancor nulla del significato delle voci Triibús, e Cúmbenniús. Dirò quel che me ne sembra. Pompei, come il resto della nazione osca si reggeva a Repubblica verso gli ultimi tempi. E da un pezzo, che vado osservando tra gli Osci, e i Greci, segnatamente Dori, grandi analogie. Io credo, che per loro costituzione il popolo si dividesse in tribù, che queste presedessero alle decisioni successivamente nel corso dell’anno. Per conseguenza io scorgo nel nome Cúmbenniús il nome della tribù, che decreta l’impiego del denaro lasciato alla Repubblica da Adirano, siccome in altro monumento pur pompeiano Trimparacciús è a parer mio nome di altra tribù. Se Vereia si è ben spiegato Respublica, e Senatús equivale al latino Senatus, ei non resta altro ripiego, che questo per spiegare che cosa sia il Cúmbenniús, e ’l Trimbaracciús, che decretano in cose pubbliche.

La trebús osca io credo nome del luogo, ove ora convocata la tribù, e veggo nel pilastrino di pietra, coi gradini collocato rimpetto alla porta di questo edifizio il basamento del pulpito, finito certamente e coperto di sopra da opera di legno, ove l’oratore