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sto è ciò, che volle dire Lucrezio in certi suoi versi, spesso citali, ma non in tal senso (IV, 73 segg.).
Et volgo faciunt id lutea russaque vela,
Et ferruginea, cum magnis intenta theatris
Per malos volgata, trabeisque trementia flutant.
Namque ibi consessum caveai subter, et omnem
Scenai speciem patrum, matrumque deorumque
Inficiunt, coguntque suo fluitare colore;
Et quanto circum mage sunt inclusa theatri
Moenia, tam magis haec intus perfusa lepore
Omnia conrident conrepta luce diei.
Varii erano i generi degli spettacoli, varie le maniere di gladiatori, di che non è qui luogo discorrere: solo avverto, che a p. 8-24 si è trattato di alcune novità, che riguardano quella specie di gladiatori detti Reziarii, e Treci. Tornati dall’Anfiteatro, per la via medesima vassi al tempo d’Iside, Iseum. [n. 25.] Quando si ammetteva la giocosa interpretazione delle voci osche Isidis Prophetae, era natural cosa, che si reputasse assai antico siccome ammesso dagli Osci, il culto della Iside. Ma ora quasi tutti convengono che quelle due parole vanno spiegate Idem probavit, e però non rimane alcuna prova, che ci stringa ad eccettuare gli Osci, costando che i Greci e i Romani assai tardi lo ammisero (v. Saupp Hymn. in Isid. Turici, 1842). La fabbrica dell’Iseum pompeiano è d’indole romana, sembra ancora non anteceda Augusto. Comunque ciò sia, ella è per me posteriore