Pagina:Puskin - Racconti poetici, 1856.djvu/146


eugenio anieghin 105

simo, e ridere un poco di questo e di quello. Così passava il tempo. Si pregava Olga di preparare il tè; poi veniva l’ora di cena, poi l’ora di dormire, ciascun se ne tornava a casa propria.

Essi osservavano nella loro placida esistenza gli usi e i costumi antichi. In tempo di carnevale facevano le frittelle. Il cvas1 era la loro unica bevanda, e a mensa, offrivano i piatti a ciascun convitato, secondo la sua qualità e il suo rango. In tal guisa invecchiarono insieme. La porta del sepolcro si aprì poi per essi, e il fortunato sposo riceve allora una nuova corona. Morì un’ora avanti desinare. I figli e la moglie fedele lo piansero più sinceramente degli altri parenti. Era un uomo schietto e buono; e nel posto ove giacciono le sue ossa, si erge un monumento funebre, con questa iscrizione: Sotto questa lapida riposa in pace Demetrio Larin, umile peccatore, servitore del Signore, e brigadiere.

Reduce nei suoi penati, Vladimiro Lenschi visitò il modesto monumento dell’amico, diede un sospiro alla sua memoria, e rimase un istante pensoso e afflitto. Poi sclamò: “Poor Yorick!2 egli mi tenne fralle sue braccia! Come io mi divertiva colla sua medaglia d’Occiacoff!3 Mi promise Olga in isposa, dicendo: Quando verrà quel giorno?...” E oppresso dall’affanno, Vladimiro tracciò sulla pietra un fune-

  1. Bevanda fermentata che bevono le povere genti.
  2. I beccamorti scavando una fossa (nel quarto atto dell’Amleto di Shakespeare) ravvisano il cranio d’un buffone del re chiamato Yorick. Amleto piange sopra di esso perchè l’aveva veduto in vita rallegrare con le sue celie i conviti del re, ed esclama: Poor Yorick!
  3. Luogo famoso per una battaglia fra i Russi e i Turchi nella quale questi ebbero la peggio.