Pagina:Pulci - Morgante maggiore II.pdf/31

28 il morgante maggiore.

134 Stu mi vedessi in una chiesa solo,
     Io son più vago27 di spogliar gli altari,
     Che ’l messo di contado del paiuolo:
     Poi corro alla cassetta de’ danari;
     Ma sempre in sagrestia fo il primo volo,
     E se v’è croce o calici, io gli ho cari,
     E’ crucifissi scuopro tutti quanti,
     Poi vo spogliando le nunziate e’ santi.

135 Io ho scopato già forse un pollaio:
     Stu mi vedessi stendere un bucato,
     Diresti che non è donna o massaio
     Che l’abbi così presto rassettato:
     S’io dovessi spiccar, Morgante, il maio,
     Io rubo sempre, dov'io sono usato;
     Ch’io non istò a guardar più tuo che mio,
     Perch’ogni cosa al principio è di Dio.

136 Ma innanzi ch’io rubassi di nascoso,
     Io fui prima alle strade malandrino:
     Arei spogliato un santo il più famoso,
     Se santi son nel ciel, per un quattrino;
     Ma per istarmi in pace e 'n più riposo,
     Non volli poi più essere assassino;
     Non che la voglia non vi fussi pronta,
     Ma perché il furto spesso vi si sconta.

137 Le virtù teologiche ci resta:
     S’io so falsare un libro, Dio tel dica:
     D’uno iccasse farotti un fio, ch’a sesta
     Non si farebbe più bello a fatica;
     E traggone ogni carta, e poi con questa
     Raccordo l’alfabeto e la rubrica,
     E scambieréti, e non vedresti come,
     Il titol, la coverta, il segno e ’l nome.

138 I sacramenti falsi e gli spergiuri
     Mi sdrucciolan giù proprio per la bocca
     Come i fichi sampier que’ ben maturi,
     O le lasagne, o qualche cosa sciocca;
     Nè vo’ che tu credessi ch’io mi curi
     Contro a questo o colui: zara a chi tocca:28
     Ed ho commesso già scompiglio e scandolo,
     Che mai non s’è poi ravviato il bandolo.