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canto decimosesto. 345

102 Terigi sempre l’aveva seguito.
     Or ritorniamo a Rinaldo, che resta
     Nella battaglia dagli altri assalito,
     Che forse alfin gli rompevan la testa,
     Se non fussi il caval ch’è tanto ardito,
     Che morde e trae, e facea gran tempesta:
     Tanto che gnun non si vuole accostare;
     Donde un gigante cominciò a parlare:

103 Chi tu ti sia, Cristiano o Saracino,
     Tu mi pari uom da far poco guadagno;
     Per mio consiglio, piglia il tuo cammino,
     Chè questo tuo destriere è buon compagno.
     Rinaldo s’avviava e Vegliantino
     Cercato ha tanto del suo signor magno,
     Che lo trovava, e su rimonta Orlando,
     E molto di Rinaldo andò cercando.

104 E Rinaldo di lui cercava ancora.
     Non si trovorno, chè smarriti sono:
     Della foresta cercano uscir fuora,
     Orlando sente per la selva un suono:
     Ecco apparir quella fanciulla allora,
     Che s’inginocchia e domanda perdono,
     E dice come ella fussi scampata,
     Mentre ch’egli era la zuffa appiccata;

105 E che gli dessi ed aiuto e conforto.
     Orlando di Rinaldo suo domanda;
     Disse la dama: Io so che non è morto,
     Ma dove e’ gissi non so da qual banda;
     Andiam cercando, per Dio, qualche porto.
     Allora Orlando a Dio si raccomanda,
     E cavalcorno il giorno, e poi la notte,
     Sempre per balzi e per fossati e grotte.

106 Rinaldo uscito al giorno d’un burrone,
     Comincia del dimestico a trovare:
     Truova un pastor che in su ’n un capperone17
     Certe vivande sue volea mangiare,
     E fece insiem con lui colezione:
     Mangiato, cominciossi addormentare,
     Perchè la notte non avea dormito,
     E dal pastor si trovò poi tradito.