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342 il morgante maggiore.

87 E dopo molto gran ragionamento
     Dicea: Soldano, intendi il mio consiglio;
     Combatter con Orlando è fumo al vento,
     E’ darà al fine a’ tuoi prigion di piglio:
     Io cercherei d’avergli a salvamento,
     Acciò che non ti fugghin dell'artiglio,
     E non farei in su’ campi più dimoro,
     Ma in Babillona me n’andrei con loro.

88 So che Rinaldo tanto ama il fratello,
     E così Orlando il cognato Ulivieri,
     Che ciò che tu vorrai l’arai da quello,
     Pur che tu renda lor questi guerrieri;
     Io darei presto al vento il mio drappello,
     Che non riusciranno qui i pensieri:
     E tanto seppe il Soldan confortare,
     Che s’accordava il suo campo levare.

89 Rinaldo con Orlando era tornato
     In Persia, e fatta gran disputazione;
     Orlando s’era con lui riscaldato:
     Io credo che tu stavi in orazione
     Ch’io fussi da colei preso e legato;
     E quando bene alla tua intenzione
     Non riusciva il disegno o l’archimia,15
     Dicevi il paternostro della scimia.

90 E forse che di questo era indovino.
     Così la sera a posar se n’andorno,
     Rimbrottandosi insieme col cugino.
     Rinaldo si levò, come fu giorno:
     Vide levato il campo saracino
     Da un balcon dond’e’ vedea d’intorno;
     Maravigliossi, e gran dolor n’avea,
     Chè riveder mai più non crede Antea.

91 Non si ricorda già di Ricciardetto,
     Non si ricorda che Ulivieri è preso,
     Ch’egli soleva amar con tanto affetto,
     Tanto il foco d’amor drento era acceso;
     Al conte Orlando presto andava al letto,
     E disse: Hai tu del nuovo caso inteso?
     Dal mio balcon testè guardando il piano,
     Veggo che il campo ha levato il Soldano.