87 E dopo molto gran ragionamento
Dicea: Soldano, intendi il mio consiglio;
Combatter con Orlando è fumo al vento,
E’ darà al fine a’ tuoi prigion di piglio:
Io cercherei d’avergli a salvamento,
Acciò che non ti fugghin dell'artiglio,
E non farei in su’ campi più dimoro,
Ma in Babillona me n’andrei con loro.
88 So che Rinaldo tanto ama il fratello,
E così Orlando il cognato Ulivieri,
Che ciò che tu vorrai l’arai da quello,
Pur che tu renda lor questi guerrieri;
Io darei presto al vento il mio drappello,
Che non riusciranno qui i pensieri:
E tanto seppe il Soldan confortare,
Che s’accordava il suo campo levare.
89 Rinaldo con Orlando era tornato
In Persia, e fatta gran disputazione;
Orlando s’era con lui riscaldato:
Io credo che tu stavi in orazione
Ch’io fussi da colei preso e legato;
E quando bene alla tua intenzione
Non riusciva il disegno o l’archimia,15
Dicevi il paternostro della scimia.
90 E forse che di questo era indovino.
Così la sera a posar se n’andorno,
Rimbrottandosi insieme col cugino.
Rinaldo si levò, come fu giorno:
Vide levato il campo saracino
Da un balcon dond’e’ vedea d’intorno;
Maravigliossi, e gran dolor n’avea,
Chè riveder mai più non crede Antea.
91 Non si ricorda già di Ricciardetto,
Non si ricorda che Ulivieri è preso,
Ch’egli soleva amar con tanto affetto,
Tanto il foco d’amor drento era acceso;
Al conte Orlando presto andava al letto,
E disse: Hai tu del nuovo caso inteso?
Dal mio balcon testè guardando il piano,
Veggo che il campo ha levato il Soldano.