54 E stanno alla veletta,9 per vedere
Qualunque uscissi fuor della cittade;
Così Terigi, ch’era lo scudiere,
Aveva gli occhi per tutte le strade:
Ognuno in punto teneva il destriere,
Ognun guardava come il brando rade.
Diceva Orlando a Terigi: Sarai
Sul campanile, e cenno ci farai.
55 Ma fa che bene in ogni parte guardi,
Acciò che error per nulla non pigliassi:
Se tu vedessi apparire stendardi,
O che alle forche nessun s’accostassi,
Subito il dì: chè noi non fussin tardi,
Che ’l manigoldo intanto lo ’mpiccassi:
Ma, a mio parer, sanza dimostrazione
S’ingegnerà mandarlo Ganellone.
56 Gan la mattina per tempo è levato,
E ciò che fa di bisogno ordinava;
Insino al manigoldo ha ritrovato:
Non domandar com’e’ sollecitava.
I paladini, ognun molto ha pregato,
Ma Carlo chi lo priega minacciava,
Perch’ostinato era farlo morire,
Tanto che pochi volean contraddire.
57 Avea molto pregato l’Ammirante,
Che con Erminion si fe cristiano:
Questo era quel famoso Lionfante,
Che prese Astolfo presso a Montalbano:
Meridiana pregava e Morgante,
Ma tutto il lor pregare era al fin vano.
Gan da Pontieri in su la sala è giunto,
Dicendo a Carlo: Ogni cosa è già in punto.
58 E taglia a chi pregava le parole,
Dicendo: O imperador, sanza giustizia
Ogni città le barbe scuopre al sole;10
Per non punire i tristi e lor malizia,
Vedi che Troia e Roma se ne duole,
E sanz’essa ogni regno precipizia;
La tua sentenzia debbe avere effetto,
E non mutar quel ch’una volta hai detto.