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212 il morgante maggiore.

149 Ulivieri era ritornato in sala
     Armato, e con Vegurto vuol provarsi;
     Ma quando e’ vide Morgante che cala
     Il gran battaglio, e ’nsieme bastonarsi,
     Si ritenea volentieri in sull’ala,48
     Però che tempo non è d’accostarsi.
     Vegurto grida, e Morgante gridava,
     Tanto ch’ognun per la voce tremava.

150 E’ non si vide mai lioni irati
     Mugghiar sì forte, o far sì grande assalto,
     Nè duo serpenti insieme riscaldati:
     Sempre l’accetta o ’l battaglio è su alto:
     Alcuna volta invano eran cascati
     I colpi, e fatta una buca allo smalto:
     Due ore o più bastonati si sono,
     Ma del battaglio raddoppiava il suono.

151 Benchè Vegurto assai più alto fosse
     Che ’l gran Morgante, e’ non era più forte;
     E già tutte le carne avevon rosse;
     E a vedergli era tutta la corte:
     Morgante a un tratto Vegurto percosse,
     Deliberato di dargli la morte;
     Il gran battaglio in sul capo appiccoe,
     Tal che Vegurto morto rovinoe.

152 E parve nel cader quel torrione,
     Ch’un albero cadessi di gran nave;
     Fece tremar la terra il compagnone,49
     Non che la sala, tanto andò giù grave:
     Dovunque e’ giunse, lo smalto e ’l mattone
     Fracassò tutto, e ruppe una gran trave;
     Tanto che ’l palco sotto rovinava,
     E molta gente addosso gli cascava.

153 Così morì il superbo imbasciadore,
     E non tornò colla risposta a drieto:
     Meridiana pur n’avea dolore,
     Ma Ulivier di ciò troppo era lieto.
     Molto dispiacque a Carlo imperadore,
     Benchè nel petto il tenessi segreto,
     Perchè pur era imbasciador mandato,
     E pargli a Caradoro essere ingrato.