149 Ulivieri era ritornato in sala
Armato, e con Vegurto vuol provarsi;
Ma quando e’ vide Morgante che cala
Il gran battaglio, e ’nsieme bastonarsi,
Si ritenea volentieri in sull’ala,48
Però che tempo non è d’accostarsi.
Vegurto grida, e Morgante gridava,
Tanto ch’ognun per la voce tremava.
150 E’ non si vide mai lioni irati
Mugghiar sì forte, o far sì grande assalto,
Nè duo serpenti insieme riscaldati:
Sempre l’accetta o ’l battaglio è su alto:
Alcuna volta invano eran cascati
I colpi, e fatta una buca allo smalto:
Due ore o più bastonati si sono,
Ma del battaglio raddoppiava il suono.
151 Benchè Vegurto assai più alto fosse
Che ’l gran Morgante, e’ non era più forte;
E già tutte le carne avevon rosse;
E a vedergli era tutta la corte:
Morgante a un tratto Vegurto percosse,
Deliberato di dargli la morte;
Il gran battaglio in sul capo appiccoe,
Tal che Vegurto morto rovinoe.
152 E parve nel cader quel torrione,
Ch’un albero cadessi di gran nave;
Fece tremar la terra il compagnone,49
Non che la sala, tanto andò giù grave:
Dovunque e’ giunse, lo smalto e ’l mattone
Fracassò tutto, e ruppe una gran trave;
Tanto che ’l palco sotto rovinava,
E molta gente addosso gli cascava.
153 Così morì il superbo imbasciadore,
E non tornò colla risposta a drieto:
Meridiana pur n’avea dolore,
Ma Ulivier di ciò troppo era lieto.
Molto dispiacque a Carlo imperadore,
Benchè nel petto il tenessi segreto,
Perchè pur era imbasciador mandato,
E pargli a Caradoro essere ingrato.