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la specie umana, anziché un nuovo risultato di ingegnose combinazioni, com’è quella del Segato. Non vuolsi per questo menomare la lode dovuta al signor N. N. Anche il Galilei non altro fece salvo scoprire cose preesistenti, e tuttavia non si crede da meno di chi potè metter fuori nuove composizioni. Forse che, a quella guisa che da un fatto scoperto si traggono col volgere del tempo importanti conclusioni, il nuovo trovato del signor N. N. dia nell’avvenire soggetto a molte utili norme per giudicare convenientemente ì pensieri e le azioni de’ nostri simili.

Chiama il signor N. N. passioni e virtù lapidee quelle passioni e quelle virtù che non vengono mai ad atto. La compassione di Aurelio, a modo di esempio, il quale non ti sa mai parlare senza una lacrima all’occhio, ma come sia pregato di soccorrere a quella miseria, per cui sembra sentirsi intenerire fino alle viscere, continua a piangere molto pietosamente, e del resto chi ha il male sel goda. A prima giunta ciò sembrerebbe dovesse riuscire schifoso ad ognuno: no, signori, che anzi una tale specie di compassione, per quelle tanto pompose parole che possono spendersi senza paura, rende bellissima vista, appunto come il fegato con ossificazione sopra notato. Virtù lapidea è il senno di Quinzio (presso a poco come il cervello con tumore del Segato); di quel Quinzio che sa mantenersi immutabile nella prospera e nell’avversa fortu-