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Tutti fatti a sembianza d’un solo,
Figli tutti d’un solo riscatto,


grida egli, anche dove gli abbominii di una guerra intestina rendevano poco meno che perdonabile la vendetta.


Che bell’onor s’acquista in far vendetta,


sclama Dante all’incontro, benchè autore d’un poema che s’intitola sacro, e a cui da molti si guarda come a trionfo della rettitudine.

L’intendimento pertanto di adattare ai salmi le forme di traduzione che sarebbero convenienti alla poesia evangelica, è, per le cose anzidette, di esecuzione, se non impossibile, certamente malagevolissima; e quand’anche ciò non fosse, il metodo seguito dal Pezzoli non può trovarsi molto opportuno. Di fatti nella traduzione di lui abbiamo talvolta sostituite alla originaria semplicità le leziosaggini e i fiorentinesmi de’ comici e dei novellatori; tal altra alla forte e concisa, ma sempre naturale esposizione de’ pensieri, le costruzioni più che recondite e le fogge più ardite della sintassi, che senza nobilitare il concetto difficultano l’intelligenza. Poco lo studio del costume, e soverchia la credenza, circa alle allusioni storiche e geografiche, ai farraginosi commentatori, che avendo per principale argomento delle loro interpretazioni il senso spirituale, non sono da seguire senza ponderato esame in ciò che non ha attinenza