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di angelo poliziano | 83 |
Sia che piena trascorra, o che di nuovo
A scemar prenda. Previdente, pure
Di leggi perïodiche tien conto,
E del giorno lunar. Sa in ver che adduca710
Il dí settimo, in cui propizïevole
Accolse Delia il fratel suo nascente;8
Anche sa quai prescrivano faccende
L’undicesimo giorno e il dodicesimo:
Onde l’agricoltore, o i velli tosa715
Alla sua greggia, o per le colme biche
Falcia le bionde ariste, ovver la tela
Della moglie apparecchia, da che il ragno
Le pendule sue tele anch’esso ordisce
Nel dodicesmo. È favorevol giorno720
Il tredicesimo a piantar virgulti,
Non a fidare la sementa ai solchi.
Egli pertanto dalle avverse cose
Guardasi, e quello che gli giova affretta.
Vel cum plena meat vel cum decrescere rursum
Incipit. Ille etiam numeros legesque dierum
Providus observat. Scit enim quid septima portet,
In qua nascentem excepit bona Delia fratrem:465
Scit quoque post decimam quid prima quid altera luces
Injungant operum; quocirca aut vellera lanae
Demetit aut gravido maturas mergite aristas,
Aut telam locat uxoris, nam pendula in ortu
Posteriore suos etiam net aranea casses:470
Quae sequitur, bona virgultis, inimica serendis
Frugibus; ergo cavet quod obest, quodque expedit urget.