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20 le selve

Ma basterà che questo il mandrïano
Tra la sua greggia abbia cantato. Cingi,
Mantova, tu vittorïosa il lauro.240

Ora in che suolo allignino le biade,10
A qual segno di stella si convenga
Romper la terra, e quando la stagione
Sia propizia alla falce ed all’aratro,
Ecco del forte agricoltor la prole245
Inesperta a te chiede. I boschi lascia,
O mio garzone, e via sovresso il carro
Di Trittolèmo sollevato, rendi
Lieti di biade i lazïali campi.
Né sen rimanga piú sola la vite,250
Ma innamorata all’olmo s’attorcigli,
E, nuova sposa, al suo diletto avvinta,
In porpora si tinga; alto, nel mezzo,
Di verdi frondi redimito il capo,
Dator di pomi Autunno padre sorga,255
E nella destra man colmo, o Acheloo,




Haec sat erit simas inter cecinisse capellas
Pastorem. Tu victricem fer, Mantua, palmam.
“Ecce lacertosi quaerunt nova turba coloni,
Quo segetes veniant campo quo sidere tellus
Vertatur, quod sit falcis quod tempus aratri.160
Egredere e syivis, juvenis; curruque levatus
Triptolemi, latios foecunda messibus agros.
Nec coelebs jam palmes agat, sed reptet ad ulmum
Ebrius, ac dulci rubeat nova nupta marito;
Et pater Autumnus medio consurgat ab arvo165
Pomiferum viridi caput alte umbratus amictu,
Atque, Acheloe, tuum teneat grave dextera cornu;