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di angelo poliziano | 199 |
Da congenito chiodo immobil reso,
Chiuse indi i lumi allo splendor del sole.
E dove lascio Basso, a cui tu désti,
Vespasïano, innumeri tesori?
E Cornelio Severo, che le guerre825
Sicule narra? o te, che la sidonia
Tebe, o Pontico, celebri di nuovo?
O quel che di Pelusio e di Canopo35
A noi ne venne, che Fiorenza bella
Magnifica or sí come proprio figlio,830
Il qual va lieto di cantar le nozze
Dello stigio signor, di celebrare
Del generoso Stilicon le lodi?
E te, Manilio, a cui largír le Muse36
Duplice fiamma di poetic’estro,835
Che con amor l’egizia astronomia
Vai raccogliendo, e le babilonesi
Indagin’ segui? e gli altri che, fiorenti
Nell’età sua, dal Ponto doloroso,
Aspera congenito fixus vestigia clavo.525
An taceam Bassum gravido tua dona ferentem,
Vespasiane, sinu? et fantem sicula arma Severum?
Aut te sidonias repetentem, Pontice, Thebas?
Aut pelusiaci missum de plebe Canopi
Pulchra suum quem nunc Florentia jactat alumnum,530
Gaudentem stygio dominam junxisse marito
Magnanimique vagos ducis ostentare labores?
Aut te, niliaca relegentem sidera cura,
Bis vates, Manli, et babylonia signa sequentem?
Quosque sibi aequaevos puro vocalior ore,535