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di angelo poliziano 185

A te lacrime diede, o Lydia, estinta;
L’altro che, ardito, con eroico metro
Del gran Pelide ricantò le gesta;
Quello che, infine, di Platone a guisa
Avea gran turba ad ascoltarlo intenta;575
Questo che nelle sue Selve pur anco
L’onor vantò che gli era tocco in sorte.
Ecco altri celebrar dal primo remo17
L’onda dischiusa, e la palladia nave
Di fatidiche tavole contesta:580
L’un della forte stirpe di Miscello,
In persona cantò del tracio Orfeo;
L’altro, Apollonio, che le mura lascia
Dell’egizia Alessandria, rinnegando
La sua città nativa, e cerca Rodi585
Del colosso del Sole altera, e d’aurei
Nembi resa felice. A lui tien dietro,
Sovra terra latina le vestigia




Flet pius, herois ille audax versibus effert
Magnanimum quoque Peliden; hic denique magni
Instar habet populi pendentem ad verba Platonem,
Ille etiam sylvis partum sibi praedicat aurum.360
Ecce alii primo tentatum remige pontum,
Palladiamque ratem, tabulasque dedêre loquaces:
Quorum threicio personam primus ab Orpheo
Accepit, genitus Miscelli gente salubri;
Alter Alexandri nilotidas abnegat arces365
Exosus natale solum, tumidamque colosso
Solis et irriguam pluvio Rhodon expetit auro.
Hujus in ausonio vestigia pulvere Varro