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164 le selve

La rude intelligenza, il riluttante
Spirto dell’ira ed il ribelle orgoglio,195
E allo splendor del bello e dell’onesto
Obbedïente il suo seguace addotto?
Ecco: il leone le arruffate giubbe
Pur esso ricompone; erti i dragoni
Drizzan la cresta di color vermiglio,200
E dall’acuto sibilar ristanno
Alla dolcezza tenera del canto;
E Cerbero medesimo, dell’ombre
De’ trapassati guardïan, terrore
Dell’Averno, an che Cerbero ristette205
Dal triplice latrato, allor che Orfeo3
Toccò la lira, e le tre bocche il mostro
Spalancate levò, maravigliando
Dell’inudito suon, ch’avea piegato
La crudele Tisifone, e il tremendo210
Orco spinto a versar lacrime; ed anche




Vimque reluctantem irarum flatusque rebelles
Carmine mollisset blando, pronisque sequentem
Auribus ad pulchri speciem duxisset honesti?
Quippe etiam stantes dulci leo carmine captus
Submittit cervice jubas, roseamque dracones125
Erecti tendunt cristam et sua sibila ponunt;
Ille quoque umbrarum custos, ille horror Averni,
Cerberus, audita getici testudine vatis,
Latratum posuit triplicem, tria sustulit hiscens
Ora, novo stupidus cantu qui flexerat atram130
Tisiphonen, saevo lachrymas conciverat Orco: