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altre nazioni, che si rendano a chi ci nutrí le maggiori grazie possibili.

Pag. 154, v. 15 sgg.

Caieta, nutrice di Enea; feste lupercali rinnovate in Roma da Romolo in onore della lupa, sua balia; le Jadi, nutrici di Bacco, fatte costellazioni in fronte al toro; la capra amaltèa nutrice di Giove, assunta anch’essa in cielo come costellazione.

Pag. 164, v. 206.

* Orfeo, tipo di tutto questo periodo d’incivilimento sociale.

Pag. 165, v. 222 sgg.

* Proposto il soggetto, traccia in questi versi la distribuzione alla materia di tutta la Selva, che ha due parti: generale l’una e breve, che direbbesi estetica e dichiara l’essenza e le fonti della poesia (vv. 233-311); particolare e la maggiore del poemetto, l’altra, che con acconce divisioni ritesse storicamente la schiera di tutti i poeti (vv. 313-1137), finché l’ultima e piú verde fronda d’alloro scenda sul capo diletto del mecenate mediceo (v. 1138, alla fine).

Pag. 166, v. 241.

Armonia universale, secondo Platone, Pitagora ed altri filosofi dell’antichità.


Pag. 167, v. 257 sgg.

Descrive in tutte le sue fasi, fino al punto in cui erompe, l’entusiasmo poetico.

Pag. 168, v. 273 sgg.

Con bellissima perifrasi accenna all’organo.

Pag. 170, v. 303 sgg.

Amplificazione del concetto espresso nell’Ambra (22-27) sulla virtú della poesia negli animi.