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     — Meglio infatti così! sclamò Gilnero;
Ma dove andiam?
                               — Mel chiedi? Al cor mio nota
380Città non è che in leggiadria e costumi
Cavallereschi agguaglisi a Verona:
Da lei scostarmi io non doveva; e l’orme
Sacre di Dante ivi mi legan.
                                                        — Parmi
385Che qua e là, come le nostre, erranti
Vagasser l’orme di quel vate, ognora
Fiori di senno e carità cercando,
Ed abbrancando non que’ fior, ma spine
E morte frasche e laidi insetti e rospi.
390Ma l’esul Fiorentin dritto al compianto
Avea d’ogni gentil, chiuse dall’arme
Veggendosi le valli, ove ne’ campi
Degli avi suoi vissuto fora, amando
Se non tutti i mortali, almen taluno
395De’ servi e cani delle sue pareti.
Noi, sir, compianto non mertiam, fuggendo
Senza esilio que’ lochi ove la polve
De’ padri nostri giace, ove ogni zolla
Rammenta di que’ padri angosce o gioie
400Ad essi sacre, e non men sacre ai figli.
     — Taci! disse Roccello. Ed ambidue