Gloria i pro’ cavalieri ebber traendo
La tomba del Signor da giogo infame,
E grazie a’ loro acciari
Non invase anch’Europa il Mussulmano; 175Ma in vile obblìo religïon ponendo,
Aprìro il core ad esecrande brame,
In rapina emulàr gli Arabi avari:
Volsero a lacerarsi invida mano:
Colpì i Crociati Iddio, 180E in Asia lor possente orma sparìo.
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Vidi un’età delle sue forze altera,
E nell’Italo suol fulse più bella:
Non già poter di brandi
Sorse a magnificar la sua fortuna, 185Sebbene ovunque ardesse ira guerriera:
Fu suo splendido pregio una novella
Ambizïon di studii venerandi:
Parve Italia con Dante uscir di cuna,
Indi Petrarca venne, 190E la corona in Campidoglio ottenne.