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nel testo, ma ben pochi sono quelli, che le intendono pienamente o senza stento, per la difficoltà della lingua ed anche dei dialetti. In quanto a me considerando la gravità del lavoro, devo pregare gl’intendenti a farmi valere il lungo studio e il grande amore. Da loro spero venia e conforto; dei nemici dei classici o degli scioletti, i quali disprezzeranno questi componimenti, anche perchè molti frammentarii, benchè sempre ingegnosi ed arguti, non curo, perchè direi loro, se mi censurassero:


O voi che siete in piccioletta barca...
Tornate a riveder li vostri liti,
Non vi mettete in pelago...
Dante.


Valga quest’aura di antica e schietta poesia a dileguare o a diradare alquanto i vapori più o meno torbidi della poesia odierna fluttuante fra l’imitazione dei classici e quella degli stranieri, esagerata, contorta, oscura, zoppicante in cerca di nuove forme.