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NOTA CRITICA
La poesia di Teocrito (pag. 10) rappresenta il pentimento del cinghiale uccisore d’Adone e il perdono di Venere amante di questo. La poesia (p. 11) di Giuliano Egizio è per altri un Anacreonteo fra i tratti dall’Antologia Palatina prima da Enrico Stefano, poi dallo Spaletti e dal Rose. Il Bergk lo pone al 5 (59) nell’ed. Poetae Lyrici Graeci, Lipsia (da me cit. p. 72). In esso Amore ingoiato nel vino è immagine cruda, ma espressiva.
Di Simonide di Ceo nato circa al 559 a. C. precede il cantico pei morti all’Artemisio, scemo però nel testo del Bergk di tre versi non pervenutici. Ma quanto resta dà senso intero e solenne. Le altre mie traduzioni di Simonide sono epigrammi o iscrizioni storiche bellissime, una di cui tradotta da Cicerone: ― Dic, hospes, Spartae nos te hic vidisse iacentes ― Dum sanctis patriae legibus obsequimur.
Di Saffo, vissuta tra il 628 e il 568, il Bergk riporta ben 170 frammenti, ma i più di poche parole. Ne ho scelto i migliori e più lunghi. Quanto a Saffo onesta od impudica molto si è disputato: ma l’aver rimproverato il suo fratello Carasso per aver comprato l’etéra Rodopi, il