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CANTO SECONDO 63

10Non stormiva una fronda alla foresta1,
     E sol s’udía tra’ sassi il rio lagnarsi,
     Siccome all’appressar della tempesta.
Ed ecco manifeste al guardo farsi
     Da lontano le torri, ecco l’orrenda
     15Babilonia francese2 approssimarsi.
Or qui vigor la fantasia riprenda3,
     E l’ira e la pietà mi sian la Musa
     Che all’alto e fiero mio concetto ascenda.
Curva la fronte4 e tutta in sé racchiusa
     20La taciturna coppia oltre cammina;
     E giunge alfine alla città confusa,
Alla colma di vizi atra sentina,
     A Parigi, che tardi e mal5 si pente
     Della sovrana plebe cittadina.
25Sul primo entrar della città dolente6
     Stanno il Pianto, le Cure e la Follía
     Che salta e nulla vede e nulla sente.
Evvi il turpe Bisogno e la restía
     Inerzia colle man sotto le ascelle7,
     30L’uno all’altra appoggiati8 in su la via.
Evvi l’arbitra9 Fame, a cui la pelle
     Informasi dall’ossa e i lerci denti
     Fanno orribile siepe alle mascelle.
Vi son le rubiconde Ire furenti,

    stupent. Mt.

  1. Non stormiva ecc.: «Tra i vari segni di vicina tempesta contano gli osservatori la calma dell’aria, durante la quale il fiotto del mare e il malinconico rumore de’ torrenti e de’ fonti rendesi piú sensibile. Pare che in quell’universale quiete delle cose la natura mediti il suo dolore, che poi scoppia piú violento, siccome quello dell’animo nostro, le di cui funeste e disperate conseguenze sono sempre precedute da profondo silenzio». Mt.
  2. Babilonia francese: Parigi. Babilonia, nelle sacre carte, è figura della città d’ogni vizio, opposta a Gerusalemme, simbolo della città d’ogni virtú. Il Petrarca, per tacer d’altri, chiama Babilonia la Roma papale degenere dalla primitiva Roma cristiana. Cfr. P. III son. 15 e 16 ed Ep. sine tit. passim.
  3. Or qui vigor ecc.: Dante Purg. i, 7: «Ma qui la morta poesia risurga».
  4. Curva la fronte: Accus. di relaz. Cfr. la nota al v. 26, p. 3.
  5. mal: a suo danno. Mal in questo senso usa spesso Dante: Cfr. Inf. ix. 54; Purg. iv, 72; xii, 45; Par. vi, 69. E anche il Parini: Cfr. Od. II, 39; X, 10 e XVIII, 55
  6. Sul primo entrar ecc.: Virgilio (En. VI, 273) descrive cosí le personificazioni de’ mali, che occupano l’ingresso dell’inferno: Vestibulum ante ipsum primisque in faucibus Orci Luctus et ultrices posuere cubilia Curae: Pallentesque habitant Morbi tristisque Senectus, Et Metus et Malesuada Fames ac turpis Egestas, Terribiles visu formae Letumque Labosque; Tum consaguineus Leti Sopor et mala mentis Gaudia mortiferumque adverso in limine Bellum, Ferreique Eumenidum thalami et Discordia demens, Vipereum crinem vittis innexa cruentis.
  7. colle man ecc.: Il Minzoni, in un celebre sonetto: «Stavasi con le man sotto le ascelle Mandricardo alla riva d'Acheronte».
  8. L’uno all’altro appoggiati, perché il bisogno è necessaria conseguenza dell’inerzia.
  9. arbitra: padrona della volontà dell’uomo, perché alcune volte lo spinge, anche controvoglia di lui, al male. Claudiano, In Rufinum I, 31: imperiosa fames.a cui la pelle ecc.: Giobbe XIX, 20: «Le ossa mie, consunte le carni, stanno attaccate alla pelle, e le sole labbra sono rimase attorno ai miei denti». Dante