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CANTO PRIMO | 59 |
a cui fe’ Giulio dell’augel di Giove1
Sentir la prima2 il morso e la rapina.
190Poi Niverno3 trascorre, ed oltre move
Fino alla riva u’4 d’Arco la donzella
Fe’ contra gli Angli le famose prove.
Di là ripiega inverso la Rocella5
Il remeggio dell’ali6, e tutto mira
195Il suol7 che l’aquitana onda flagella.
Quindi ai celtici boschi si rigira
Pieni del canto che il chiomato bardo8
Sposava al suon di bellicosa lira.
Traversa Normandia, traversa il tardo9
200Sbocco di Senna e il lido che si fiede10
Dal mar britanno infino al mar piccardo.
Poi si converte ai gioghi11 onde procede
La Mosa e al piano12 che la Marna lava,
E orror per tutto, e sangue e pianto vede.
205Libera vede andar la colpa, e schiava
La virtú, la giustizia, e sue bilance
In man del ladro e di vil ciurma prava,
- ↑ dell’augel di Giove: dell’aquila (insegna, com’è noto, dell’esercito romano), che Virgilio (En. I, 394) chiama Iovis ales. Cfr. anche Dante Par. vi, 4.
- ↑ la prima: per la prima volta.
- ↑ Niverno: la città di Nevers (lat. Nivernum), al confluente della Loira e della Nièvre.
- ↑ u': ove (lat. ubi). — d’Arco la donzella: Giovanna (la Pulcella d’Orléans), contadina di Domremy, tra la Lorena e la Sciampagna, nata nel 1410 da Giacomo d’Arc e da Isabella Romei. Vestito l’abito guerriero, per ispirazione, com’ella disse, del cielo, l’8 maggio 1429 liberò Orléans dall’assedio degl’Inglesi e il 17 luglio fece incoronare re di Francia Carlo VII nella cattedrale di Reims. Caduta in mano degl’Inglesi, fu, sotto l’ingiusta accusa d’eresia, bruciata nella piazza di Rouen il 31 maggio 1431.
- ↑ Rocella: città, con porto sull’Atlantico, ad occidente della Francia.
- ↑ Il remeggio dell’ali: Virgilio En. I, 300: Volat ille per aera magnum Remigio alarum. Le ali servono come di remi nel mare dell’aria.
- ↑ Il suol ecc.: il sinus Aquitanus de’ Latini, cioè quella parte della Francia occidentale ch’è tra la Brettagna e la Biscaglia.
- ↑ bardi: «Pochi sono gli antichi storici che non parlino di questi Celti, e di questi Bardi abitatori della Gallia Celtica, cosí chiamati, secondo alcuni, da un certo Bardo, figliuolo di Dionisio, che vi regnò; ma secondo altri, dall’arte che professavano, volendo Bardi in lingua celtica significar cantori. La loro professione adunque era la poesia. Scrivevano in versi le azioni degli uomini grandi, e le cantavano al suono d’un istrumento, simile molto alla lira. Quindi Lucano [I, 447]: Vos quoque, qui fortes animas belloque peremtas Laudibus in longum vates dimittitis aevum, Plurima securi fudistis carmina, Bardi… L’epiteto poi di chiomato è proprio di loro per due ragioni, e perché abitavano quella parte della Gallia che appellavasi comata e perché, scrive Burmanno, praecipue alebant comam». Mt.
- ↑ il tardo ecc.: la Senna sbocca lentamente nel mare, per mezzo di una larghissima foce, a cagione della poca pendenza del suolo.
- ↑ il lido che si fiede ecc.: quella parte della Francia settentrionale, ch’è percossa (propriam. ferita) dall’acqua del mare.
- ↑ ai gioghi ecc.: La Mosa, l’origine della quale Cesare suppose erroneamente fosse il monte Vogeso nella Lorena (De Bello Gall. IV, 10), nasce noi monti Faucilles, che congiungono la Costa d’oro ai Vosgi. Dei 700 ch. del suo corso, 400 appartengono alla Francia; gli altri, al Belgio e all’Olanda.
- ↑ al piano ecc.: alla Sciampagna, ba-
di battaglia falda tigurina, che è quanto dire, lembo, estremità del tigurino distretto». Mt. Cfr. De Bello Gall. I, 12.