E furïando, vola al gran delubro
Ch’unico avanza della sua nemica
Ferma in cor d’atterrarlo, incenerirlo
E spegnere con esso ogni vestigio 240Dell’abborrito culto. Armato ei pure
D’empia face Vulcan seguía non tardo1
La fiera madre; e già le sacre soglie
Calcano entrambi: dai commossi altari
Già fugge la pietà, fugge smarrita 245La fede avvolta nel suo bianco velo2:
Con vivo senso di terrore anch’esso
Si commosse il tuo santo simulacro,
O misera Feronia, e un doloroso
Gemito mise (meraviglia a dirsi!3), 250Quasi accusando d’empietade il cielo.
Ma del figliuol di Maia, a ciò spedito,
Non fu tarda l’aita in tanto estremo:
E, come stella4 che alle notti estive
Precipite labendo5 il cielo fende 255Di momentaneo solco, e va sí ratta
Che l’occhio appena nel passar l’avvisa;
Non altrimenti il dio stretto nell’ali
Il sereno trascorse, e rilucente
Sul vestibolo sacro appresentossi. 260All’improvvisa sua comparsa il passo
Stupefatti arrestâr Vulcano e Giuno,
E si turbâr vedendosi di fronte
Starsi ritto Mercurio, e imperïoso
Contra il lor petto le temute serpi 265Chinar dell’aurea verga6 e cosí dire:
Férmati, o diva; portator son io
Di severa ambasciata. A te comanda
L’onnipossente tuo consorte e sire,
Di gettar quelle faci, e invïolata 270Quest’effigie lasciar e queste mura.
Riedi alle stanze dell’Olimpo, e tosto:
Ché ti si vieta andar piú lungamente
↑241. non tardo: sollecito. Solita litote attica. Cfr. la nota al v. 3, p. 2.
↑245. La fede ecc.: Orazio Od. I, xxxv, 21: Te Spes, et albo rara Fides colit Velata panno. La Fede s’immaginava vestita di bianco, o perché, come dice Servio (Ad. Aen. 1, 292), si trova ne’ candidi uomini, o perché le si facevan sacrifizi con mano fasciata di bianco panno, a significare che la fede dev’esser segreta.
↑249. meraviglia ecc. Virgilio Geor. II, 30: mirabile dictu!
↑253. come stella ecc.: Similitudine derivata da un’altra di Virgilio: cfr. En. II, 693 e segg. Cfr. anche Dante Purg.v, 37 e Par.xv, 13.
↑254. labendo: scorrendo Latinismo, che usò anche il Parini Mezz., 277: «Lieve lieve per l’aere labendo, A la terra s’appressa».