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268 | LA FERONIADE |
Le prenestine, e di Laurento i boschi1
Tacer già fanno le parlanti querce
Della vinta Dodona2. In su la spiaggia
110D’Anzio diletta Venere3 trasporta
D’Amatunta4 i canestri; e Bacco e Vesta
E Cerere e Minerva e il re dell’onde
Son già numi latini. E alle latine
D’Elide5 l’are già posposi io stesso,
115E sul Tarpeo6 recai dell’Ida i tuoni
E le procelle. Perocché maturo
Già s’agita nell’urna il gran destino,
Che glorïosa dee fondar sul Tebro
La reina del mondo. Al sol bisbiglio
120Che di lei fanno i tripodi cumani
Tutta trema la terra7: e già s’appressa
D’Anchise il pio figliuol, seco adducendo
D’Ilio i Penati, che faran nel Lazio
La vendetta di Troia8, e spezzeranno
125D’Agamennon lo scettro in Campidoglio9.
Cotal de’ fati è il giro; e disvïarlo
Tenta indarno Giunon: da Samo indarno
Porta alla sua Cartago il cocchio e l’asta
E l’argolico scudo10, armi che un giorno
130Fian concedute con miglior fortuna
Di Dardano ai nepoti, allor che Giuno11
Per quella stessa regïon, su cui
- ↑ 107. Di Laurento i boschi erano celebri per gli oracoli di Fauno, cui i sacerdoti pronunziavano in versi Saturnii.
- ↑ 108. le parlanti ecc.: cfr. la nota al v. 417, c. I.
- ↑ 110. D’Anzio ecc.: cfr. la nota al v. 776, c. I.
- ↑ 111. Amatunta: città dell’isola di Cipro, sacra a Venere, dove nei giorni solenni fanciulle dette Canefore portavano gli arredi sacri in canestri di fiori.
- ↑ 114. Elide: regione della Grecia posta tra l’Arcadia occidentale e il mare Ionio: aveva nel mezzo la pianura d’Olimpia ove sorgeva il gran tempio in cui era venerato Giove scolpito da Fidia.
- ↑ 115. Tarpeo: da questo monte, che fu poi detto Campidoglio (Varrone De ling. lat. V, 41-2), Giove tonante ebbe il soprannome di Tarpeo o di Capitolino. Properzio IV, i, 7: Tarpeiusque pater nuda de rupe tonabat. Cfr. anche Lucano I, 195 e Virgilio En. VIII, 351.
- ↑ 121. trema la terra: Virgilio En. VII, 722: tremit excita tellus. Cfr. anche Geor. I, 330.
- ↑ 123. che faran ecc.: che prenderanno su’ Greci la rivincita della distruzione di Troia, assoggettando il popolo del vincitore Agamennone.
- ↑ 124. e spezzeranno ecc.: Virgilio En. I, 283: Veniet lustris labentibus aetas, Quum domus Assaraci Phtiam clarasque Mycenas Servitio premet ac victis dominabitur Argis.
- ↑ 127. da Samo ecc.: Cfr. Virgilio En. I, 15.
- ↑ 131. allor che ecc.: Virgilio En. 1, 279: quin aspera Iuno, Quae mare nunc terrasque metu coelumque fatigat, Consilia in melius referet, mecumque fovebit Romanos rerum domitos gentemque
perta nel lib. II De Divinatione, cap. 41... Coteste sorti si cavavano da un fanciullo fuori d’un’arca fatta col legno d’un olivo che aveva stillato prodigiosamente olio, e credevasi di riceverle dalle mani stesse della Fortuna. Essa era ivi rappresentata sedente e tenendosi in grembo Giove e Giunone lattanti. Cicerone medesimo (ib. cap. 33) ne fa sapere ciò che propriamente si deve intendere per Sorti: Sortes eae quae ducuntur, non illae quae vaticinatione funduntur, quae Oracula verius dicimus». Mg.