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264 | LA FERONIADE |
Fortunato Melampo! se qualcuna
Leggerà questi carmi alma cortese,
Spero io ben che n’andrà mesta e dolente
Sul tuo fin miserando. Il tuo bel nome
530Ne’ posteri sarà quello de’ veltri
Piú generosi; e noi malvagia stirpe
Dell’audace Giapeto, a cui peggiori1
I figli seguiran, noi dalle belve
La verace amicizia apprenderemo2.
- ↑ 532. Dell’audace Giapeto: cfr. la nota al v. 45, p. 47. — a cui peggiori ecc.: Orazio Od. III, vi, 46: Aetas parentum, peior avis tulit Nos nequiores, mox daturos Progeniem vitiosiorem!
- ↑ 534. Cfr. Il Bardo della S. N. (canto VII, in fine) ov’è, in un episodio consimile, lodata la fedeltà di Melampo, dal quale «noi, sol d’odio e di superbi sdegni Stirpe nudrita,.... Se imitarne la fede un dí sapremo, Noi la vera amistade impareremo».
CANTO TERZO
Contenuto: Giove mira dall’alto dell’Olimpo tutta la valle pontina mutata in orrendo mare e distrutte le città o sommerse, per opera di Giunone e di Vulcano; i quali, non contenti ancora, muovono per distruggere la sacra selva e il tempio che unico resta a Feronia (1-48). Ma Giove manda messaggiero alla dea Mercurio, annunziatore del divieto di distruggere il tempio e l’imagine di Feronia, perché (tale è il decreto de’ fati) grande sarà Italia e Roma (49-152). Già tutta arde la sacra selva; ma quando Giunone e Vulcano arrivano al tempio, trovano su la porta Mercurio (153-259): e l’uno fugge, l’altra sale crucciata al cielo (260-350). Feronia intanto, esule dal suo regno, è accolta in casa del pastore Lica, ove lamenta i suoi mali (351-502). Ma poi addormentatasi, ecco le appar Giove, che, per consolarla, le predice che il regno di lei un giorno risorgerà a novella e maggior gloria (503-579).
All’ardua cima del sereno Olimpo
Risalía Giove intanto, e ad incontrarlo1
Accorrean presti e riverenti i numi
Su le porte del cielo. In mezzo a tutti,
5In due schierati taciturne file,
Maestoso egli passa; a quella guisa
Che suol, calando al pallido occidente,
Passar tra i verecondi astri minori
D’Iperïone il luminoso figlio2,
10Quando dall’arsa eclittica il gran carro
Della luce ritira, e l’Ore ancelle3