60La mia vendetta? Se cangiar non lice
Delle Parche1 il decreto, e chi ne vieta
L’indugiarlo e tentar nuove ruine?
Del tuo delitto dolorose e care
Le pene pagherai, ninfa superba: 65Anche il Lazio s’avrà la sua Latona2.
Non selva lascerò, non antro alcuno
Che ti riceva; scuoterò le rupi;
Crollerò le città dal tuo vil nume
Contaminate, e ne farò di tutte 70Cenere e polve che disperda il vento.
Nel turbato pensier seco volgendo
Queste cose la dea3, giunse d’un volo
Nell’eolie spelonche4, orrendo albergo
Degli adusti Ciclopi e di Vulcano. 75Stava questo dell’arti arbitro sommo
Intento a fabbricar per la pudica
Nemorense5 Dïana un d’oro e bronzo
Gran piedestallo, su cui l’alma effigie
Collocar della diva. E sulle quattro 80Fronti v’avea l’artefice divino
D’ammirando lavoro impresse e sculte
Di quell’almo paese avventurato
Le trascorse memorie e le future.
Era a vedersi da una parte il lago 85Tutto d’argento. Tremolar diresti
L’onde e rotte spumar dai bianchi petti
Delle caste Amnisídi6, a cui venute
Già son men care le gargafie fonti7
E d’Eurota8 le sponde. In su la riva 90Della sacra laguna abbandonati
Giaccion gli archi e le freccie, onde famosi
↑61. Parche: cfr. la nota al v. 48, p. 99. Cfr. anche Ovidio Metam. V, 532.
↑65. la sua Latona: una perseguitata da me come fu già nella Grecia Latona, cioè Feronia stessa.
↑71. Nel turbato ecc.: Virgilio En. I, 50: Talia flammato secum dea corde volutans, Aeoliam venit.
↑73. Nell’eolie spelonche: cfr. la nota al v. 389, p. 111.
↑77. Nemorense: Il territorio nemorense, chiamato da Plinio (St. Nat. XXXV, 7), da Ovidio (Fast. III, 261) e da Vitruvio (IV, 7), quasi per eccellenza, nemus Dianae, fu cosí detto dalle selve (nemora), che crescevano a’ piedi del monte Albano presso ad Aricia. Cfr. anche Properzio III, xxi, 25.
↑87. Amnisídi: «Callimaco nell’inno a Diana (v. 15) fa che questa dea ancor bambina e sedente su le ginocchia di Giove suo padre lo richiogga d’alcuni doni e, fra gli altri, di questo: Da etiam minintras, viginti mymphas Amnisidas, quae mihi venatica calceamenta et, cum lyncas cervosque venari desidero, veloces canes recte curent. Egli poi torna nell’inno medesimo (v. 162) a far menzione di queste ninfe, rammentato anche da Apollonio Rodio (Arg. III, 887 e 822) che lo fa abitare presso le sorgenti dell’Aminisio, fiume in cui era solita bagnarsi Diana, come nel Partenio». Mg.
↑88. gargafie fonti: il fiume Gargafia noi territorio di Platea in Beozia. Cfr. Erodoto IX, 25.