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LA MUSOGONIA 111

     Sudor gocciando dall’occhiuta fronte1
     Per la selva de’ petti ispidi e rudi,
     Cupamente facean l’eolio monte2 e
     Gemere al suon delle vulcanie incudi,
     I fulmini temprando onde far guerra
     392Giove ai figli dovea dell’empia Terra.
Tutte di ferro esercitato3 e greve
     Son l’orrende saette; ed ogni strale
     Tre raggi in sé di grandine riceve
     E tre d’elementar foco immortale4,
     Tre di rapido vento e tre ne beve
     D’acquosa nube, e larghe in mezzo ha l’ale.
     Poi di lampi una livida mistura5,
     400E di tuoni vi cola e di paura6;
E di furie e di fiamme e di fracasso
     Che tutto introna orribilmente il mondo.
     Prende il nume quest’arme e move il passo;
     Il ciel s’incurva, e par che manchi al pondo.
     Sentinne il re Pluton l’alto conquasso7,
     E gli occhi alzò smarrito e tremebondo;
     Ché le volte di bronzo e i ferrei muri
     408All’impeto stimò poco securi.
Da’ fulmini squarciata8 e tutta in foco


398. Di densa pioggia, e larghe (C. ’21).

409-32. Nell’ediz. del ’93 invece di queste tre stanze si legge la seguente: Lo sentì da lontan l’ambizïosa Antica madre, e si coprì d’un velo; De’ suoi figli il sentì la faticosa Perversa turba, e alzò la testa al cielo; E furendo ciascun d’una petrosa Rupe si fece incontro a Giove un telo. Tre volte all’arduo ciel dietro la scossa, Sovra Pelio ponendo Olimpo ed Ossa.

    cano.

  1. dall’occhiuta fronte: I Ciclopi avevano un sol occhio in mezzo la fronte.
  2. eolio monte: «Discordano i poeti nell’assegnare a Vulcano la sua fucina; perocché altri la pongono nelle isole denominate Eolie, la maggiore delle quali è Lipari; altri sotto l’Etna, altri in Lenno, altri nell’Eubea. Omero la pone in cielo... Io mi sono attenuto a Virgilio... (En. VIII, 416 e segg.)» Mt.
  3. esercitato: lavorato.
  4. Tre raggi ecc.: "Ho presa tutta dal maestro Virgilio la formazione di questi fulmini. Ecco i versi, Eneide, lib. VIII, 429: Tres imbris torti radios, tres nubis aquosae Addiderant, rutili tres ignis et alitis austri. La precisione di questi due versi è ammirabile, se non che pare che manchi il quarto tres innanzi all’alitis austri. La copia ch’io n’ho tratta è ben lontana dalla bellezza dell’originale; tuttavolta credo non averla pregiudicata coll’aggiungervi le ali nel mezzo, il che ho fatto sulla fede di antico monumento riportato nei commenti dell’eruditissimo La Cerda». Mt.
  5. Poi ecc.: Virgilio, loc. cit., 431: Fulgores nunc terrificos sonitumque mettimque Miscebant operi, flammisque sequacibus iras.
  6. scaglia: spinge in su.
  7. Sentinne ecc.: Omero Iliad. XX, 75 (trad. M.): «….Tremonne Pluto, il re de’ sepolti, e, spaventato, Diè un alto grido e si gittò dal trono. Temendo non gli squarci la terrena Volta sul capo il crollator Nettuno, Ed intromessa colaggiù la luce.... ». Cfr. anche Serm. sulla Mit., v. 112.
  8. «Leggasi la descrizione che ci dà Esiodo di questa battaglia nella Teogonia dal verso 678 fino al v. 810. Si ravviserà in quello squarcio divino di poesia che l’immaginazione del poeta di Ascra sapeva riscaldarsi e subli-