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238 | LA FERONIADE |
Dell’auree spiche e delle sante leggi,
Cerere, che solea le pometine
Spesso anteporre alle trinacrie1 mèssi.
455Né te d’Aricia il bosco2 e il nemorense
Lago trattenne, o vergine Dïana;
Ché tu pur, del lunato argenteo carro
Al temo aggiunte le parrasie3 cerve,
Con gli altri divi ad abbracciar venisti
460La novella immortale; e di te degna4
Fu l’alta cortesia che ti condusse.
Col favor di Feronia iva frattanto
Scorrendo i campi l’Abbondanza5, e, tutto
Versando il corno6, ben compiuta e ricca
465Fea dell’avaro7 agricoltor la speme.
Ogni prato, ogni colle, ogni foresta
Di pastorali avene e di muggiti
E nitriti e belati alto risuona;
E prigioniera dall’opposte rupi
470Le dolci querimonie Eco8 ripete.
Venti e quattro cittadi9, onde l’immensa
Fertile valle si vedea cosparsa,
S’animâr, s’abbelliro; e, strette in nodo
Di care parentele, in mezzo al sangue
475De’ torelli giurâr dell’alleanza
Il sacramento; e l’invocata diva
Le dilesse, e su lor piovve la piena
Di tranquilla ricchezza. Incontanente
Crebbero i lari10, crebbero le mura:
480Di maestà, di forza e di rispetto
Le sante leggi si vestîr: fur sacri
I reverendi magistrati; sacra
466. ogni colle, ogni pianura
471. Dieci e dieci cittadi
473. Animârsi, abbellîrsi; e strette
- ↑ 454. trinacrie: di Sicilia.
- ↑ 455. d’Aricia il bosco: Era presso il lago Arcino, ora di Nemi.
- ↑ 458. parrasie: della Parrasia, parte di Arcadia. Cfr. Foscolo All’am. ris., 57.
- ↑ 460. degna: perché Diana era, com’è noto, figlia di Latona, perseguitata pur essa da Giunone.
- ↑ 462. «Notisi che i primi effetti della civiltà, introdotta nel Lazio da Feronia, sono in tutto simili a quelli che, secondo Virgilio, vi ebbero luogo per opera di Saturno. Cfr. En. VIII, 319 e segg.» Zumb., p. 207.
- ↑ 464. il corno che si figurava tenesse in una mano, pieno d’ogni sorta di frutti.
- ↑ 465. avaro: cupido.
- ↑ 470. Eco: «quella vaga Ch’amor consunse come Sol vapori». Dante Par. xii, 14. Cfr. anche Ovidio Metam. III, 356 e segg.
- ↑ 471. Venti e quattro cittadi: cfr. Corradini Vetus Latium II, 16.
- ↑ 479. i lari: le case.
questa dea, del pari che il ritrovamento delle biade, per la ragione che ben fu avvisata da Servio (Ad Aen. IV, 58). Trovato l’uso del frumento, nacquero i diritti insieme colla distribuzione dei terreni. E di qui venne dato a Cerere il nome di legifera, che può vedersi in alcune iscrizioni, in Callimaco (Hymn. in Cer., 19), in Virgilio (l. c.) in Ovidio (Metam. V, 343)». Mg.