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CANTO PRIMO 237

     Qui del culto novel consorte ei volle
     425La dolce amica sua; qui degli eterni
     In aurea tazza il nèttare le porse,
     E la fece immortal. Poscia tonando
     Del monte il fianco occidental percosse;
     E una súbita fonte cristallina1
     430Scaturí mormorando; e dalla balza
     Comandò che perenne ella scorresse
     E da Feronia si nomasse: ed oggi
     Serba quel nome ed il ricordo ancora
     Dell’antico prodigio. Allor le volsche
     435Genti lor diva l’adoraro, e lei
     Antefora chiamaro e Filostefana
     E Persefone2; e tutte a lei de’ campi
     Fur sacre le primizie. Ad inchinarla
     Sovrana e diva i numi adunque tutti
     440Corser d’Ausonia; ché il voler tal era
     Del supremo amator: e non pur quelli
     A cui per valli e campi e per montagne
     Fuman l’are latine e di plebeo
     Rito van lieti e di Minori han nome3,
     445Ma mossero frequenti ad onorarla
     Di cortese saluto anche i Maggiori.
     Primo il padre Lieo4, ch’indi non lungi
     In un temuto e per antico orrore
     Sacro delubro raccogliea benigno
     450Dal timor de’ mortali incensi e voti;
     E la bionda inventrice5 era con lui


427-8. Poscia d’un guardo L’austral fianco feri della montagna;

438-65. Fur sacre le primizie. Allor la Copia Pieno il corno diffuse, e coronata Fu dell’avaro agricoltor la speme.


    di Giove Pelasgico. — Ida: monte in Creta. Cfr. la nota al v. 5, p. 193.

  1. 429. E una súbita ecc.: cfr. la nota al v. 2.
  2. 436. Antefora: «Dionigi d’Alincarnasso ne ha conservati questi nomi, co’ quali veniva appellata Feronia (A. R. III, 32). - Antefora è quanto dire florigera, ossia Portatrice de’ fiori - Filostefana vale Amante delle corone - Persefone è in greco lo stesso che in latino Proserpina. - Gli abitanti del Lazio offerivano nel suo tempio le primizie de’ frutti; ed i servi che venivano manomessi ricevevano in esso il pileo della libertà: Servio (Ad Aen. VIII, 564) scrive che nel tempio medesimo vi avea un sedile, sul quale era incisa la seguente iscrizione: Bemeriti servi sedeant, surgant liberi. Di qui Feronia fu chiamata eziandio dea de’ liberti: onde abbiamo da T. Livio (XXII, 1) che le donne liberte, quando Roma era minacciata da infausti prodigi, sovrastandole Annibale, misero insieme, secondo la loro facoltà, una somma di danaro da offrirsi a Feronia».
  3. 444. di Minori han nome: cfr. la nota al v. 255, p. 106.
  4. 447. Lieo: Bacco, il culto del quale si diceva fosse stato portato nel Lazio dagli Arcadi. Cfr. la nota al v. 323. Nel territorio di Sezze, e proprio nel luogo detto Forum Appii, ebbe tempio e sacrifizi.
  5. 451. E la bionda ecc.: «Anche il culto di Cerere ora stato portato dagli Arcadi nel Lazio e nei paesi circonvicini, ove quella dea fu poi sempre grandemente onorata. L’invenzione delle leggi venne attribuita a