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222 | LA FERONIADE |
Che del suo nome fe’ beata un giorno
Di Saturno la terra1. Ella per fiere
5Balze e foreste errò gran tempo esclusa
Da’ suoi santi delubri, e molto pianse
Dai superbi disdegni esercitata2
D’una diva3 maggior che l’inseguía,
Finché novelli sacrifici ottenne
10Sugli altari sabini e le fur resi
Per voler delle Parche4 i tolti onori.
Ma qual de’ numi5 l’infelice afflisse,
E lei, ch’era pur diva, in tanto lutto
Avvolgere potéo? Fu la crudele
15Moglie di Giove e un suo furor geloso6.
Tu che tutte ne sai l’alte cagioni
Tu le mi narra, o Musa, e dall’obblio7
Traggi alla luce il memorando fatto
Non ancor manifesto in Elicona8.
20E, se dianzi di nuove itale note9
L’ira vestendo del Pelide Achille
Alcuna meritai grazia o mercede10,
Su questi carmi, che tentando or vegno,
Di quel nèttare, o dea, spargi una stilla
25Che dal meonio fonte11 si deriva;
Non già quando con piena impetuosa
Gl’iliaci campi inonda, a tal che gonfi
7. disdegni esagitata
12-15. Ma qual de’ numi l’infelice afflisse? La veneranda Giuno; e la sospinse A tanta offesa un suo furor geloso.
25-32. Che dall’attico fonte si deriva; E dolce rendi e cara anche ai piú schivi Su le mie labbra
- ↑ 4. Di Saturno la terra: l’Italia, salutata da Virgilio (Georg. II, 173) magna parens frugum, Saturnia tellus. Cfr. la nota al v. 73, p. 99.
- ↑ 7. esercitata: travagliata. Latinismo (cfr., p. e., Virgilio En. III, 182), usato anche dall’Ariosto (XXXIV, 39): «non fu mai tanto Dalla matrigna esercitato Alcide...».
- ↑ 8. D’una diva: di Giunone, come dirà piú oltre.
- ↑ 11. Parche: cfr. la nota al v. 48, p. 99.
- ↑ 12. Ma qual de’ numi ecc.: Omero Iliad. I, 10 (trad. M.): «E qual de’ numi inimicolli?»
- ↑ 15. e un suo furor geloso: Virgilio En. I, 4: saevae memorem Iunonis ob iram. Osserva lo Zumb. (p. 206): «Feronia rende quasi figura di Enea, predestinata com’era, nonostante l’indefessa persecuzione di tanta nemica, a far grandi cose in quel Lazio, la cui fama durerebbe quanto il mondo».
- ↑ 17. e dall’obblio ecc. Tiene un po’ di quel del Tasso (XII, 54): «Notte, che nel profondo oscuro seno Chiudesti e nell’obblio fatto sí grande, Piacciati ch’io no ’l tragga e in bel sereno A le future età lo spieghi e mande».
- ↑ 19. manifesto in Elicona: trattato in poesia.
- ↑ 20. di nuove ecc.: cfr. i vv. 21 e seg., p. 218.
- ↑ 22. Alcuna ecc.: Dante Inf. xxvi, 81: «S’io meritai di voi assai o poco, Quando nel mondo gli alti versi scrissi...»
- ↑ 25. meonio fonte: da Omero. Cfr. la
83). Chi fosse vago di maggiori notizie intorno a Feronia, consulti il Vetus Latium profanum et sacrum, opera del card. Marcello Corradini continuata dal padre Rocco Volpi...» Mg.