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140 | IN MORTE DI LORENZO MASCHERONI |
230Deh! trammi in porto, io dissi al mio Fattore;
Ed ei m’assunse all’immortal letizia.
Né il guardo vinto1 dal veduto orrore
Piú rivolsi laggiú, dove soltanto
S’acquista libertà quando si muore.
235Ma tu, che approdi da quel mar di pianto,
Che rechi? Italia che si fa? L’artiglia
L’aquila ancora2? O pur del suo gran manto
Tornò la madre a ricoprir la figlia3?
E Francia intanto è seco4 in pace? o in rio
240Civil furore ancor la si periglia?
Tacquesi; e tutta la pupilla aprío
Incontro alla risposta alzando il mento.
Compose l’altro il volto, e quel desío
Fe’ del seguente ragionar contento.
- ↑ 232. vinto: oppresso.
- ↑ 236. L’artiglia ecc.: la tiene ancora fra gli artigli l’Austria? S’è detto già che l’aquila è l’arme imperiale austriaca.
- ↑ 238. la madre: la Repubblica francese. — la figlia: la Repubblica Cisalpina.
- ↑ 239. seco: con sé stessa.
logiche sul testo d’Omero, delle quali si valse assaissimo il Monti per la sua traduzione dell’Iliade. Morí in Milano verso la fine del 1813 [Era nato nel 1738]». Mg.
CANTO SECONDO
Contenuto: È salva la patria un’altra volta, risponde al Parini il Mascheroni, per opera di Bonaparte, che, volando dall’Egitto, ove stava compiendo opere maravigliose (1-48), ritornò in Francia, che rimise nell’ordine primiero, e poi per le Alpi scese in Italia, sconfiggendo i nemici a Marengo, e ridonando a noi libertà (49-145). - Libertà? di che guisa? - interrompe il Parini, timoroso che sia simile a quella che fu merce di ladri, d’ambiziosi e d’impostori (146-192). Mentre l’altro risponde che, misto al male, c’è sempre, in natura, il bene, e che, se malvagi, ebbe ed ha Italia anche spiriti degni d’onore, appare una visione portentosa (193-237). Dio, seduto sul suo trono, con ai lati due cherubini, uno ministro di guerra, l’altro di pace, sta pesando il fato degli uomini, che chiedono tutti pace, tranne l’Inghilterra: la bilancia non pende ancora da nessun canto, quando si levano a parlare Giustizia e Pietà (238-277).