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76 IN MORTE DI UGO BASSVILLE

     Piangon miei mali ed il piú rio1 non sanno.
Lieve sul capo ad ambedue discendi
     125Pietosa visïon (se la tua scorta
     Lo ti consente), e il pianto ne sospendi.
Di tutto che vedesti annunzio apporta
     Alle dolenti: ma del mio morire
     Deh! sia l’immago fuggitiva e corta.
130Pingi loro piuttosto il mio gioire,
     Pingi il mio capo di corona adorno
     Che non si frange né si può rapire.
Di’ lor che feci in sen di Dio ritorno,
     Ch’ivi le aspetto, e là regnando in pace
     135Le nostre pene narreremci un giorno.
Vanne poscia a quel grande, a quel verace
     Nume del Tebro2, in cui la riverente
     Europa affissa le pupille e tace;
Al sommo dittator della vincente
     140Repubblica di Cristo, a lui che il regno
     Sortí minor del core e della mente:
Digli che tutta a sua pietà consegno
     La franca fede combattuta; ed egli
     Ne sia campione e tutelar sostegno.
145Digli che tuoni dal suo monte e svegli
     L’addormentata Italia, e alla ritrosa
     Le man3 sacrate avvolga entro i capegli,
Sí che dal fango suo la neghittosa4
     Alzi la fronte, e sia delle sue tresche
     150Contristata una volta e vergognosa.
Digli che invan l’ibere e le tedesche
     E l’armi alpine5 e l’angliche e le prusse
     Usciranno a cozzar colle francesche,
Se non v’ha quella6 onde Mosè percusse
     155Amalecco7 quel dí che i lunghi preghi
     Sul monte infino al tramontar produsse.
Salga egli dunque sull’Orebbe, e spieghi8

  1. il piú rio: la morte su la ghigliottina.
  2. Nume del Tebro: Pio VI.
  3. Le man ecc.: Petrarca P. III, canz. ii, 14: «Le man l’avvess’io avvolto entro capegli!»
  4. Sí che ecc.: Petrarca op. cit. 23: «Sí che la neghittosa esca del fango».
  5. alpine: piemontesi.
  6. quella: la preghiera.
  7. Amalecco: «È noto per le sacre carte che essendo stato Israele assalito dagli Amaleciti [in Raphidim], Mosè comandò a Giosuè di uscire contro di essi a battaglia, e ch’egli, presa la sua verga, salí sull’Oreb accompagnato da Aronne e da Hur. Quivi tenendo le mani alzate al cielo, faceva sí che gl’Israeliti vincevano, ma s’ei le abbassava, superavanli quei di Amalecco; e fu d’uopo, poich’egli stancavasi, che Aronne ed Hur lo facessero sedere su d’una pietra, e, sostenendogli lo braccia fino al tramonto del sole, ottenessero alle armi di Giosuè per tal modo una compiuta vittoria. — Esodo XVII, [8-13]. — Sotto il nome di imporporati, Aronni e Calebidi, piú avanti, s’intendono i cardinali, de’ quali sono immagine Aronne ed Hur figlio di Caleb». Mt.
  8. e spieghi ecc.: