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86 IN MORTE DI UGO BASSVILLE

     Fischiar per l’aure di Sïon1 s’udiro,
70Quando la provocata ira divina
     Al mite genitor fe’ d’Absalone
     Caro il censo costar di Palestina2.
L’ultimo fiero volator garzone
     Uno è de’ sei3 cui vide l’accigliato
     75Ezechiello arrivar dall’aquilone,
In mano aventi uno stocco affilato
     E percotenti ognun che per la via
     Del Tau la fronte non vedean segnato.
Tale e tanta dal ciel se ne venía
     80Dei procellosi arcangeli possenti
     La terribile e nera compagnia;
Come gruppo di folgori cadenti
     Sotto povero ciel, quando sparute
     Taccion le stelle4 e fremon l’onde e i venti.
85Il sibilo sentí delle battute
     Ale Parigi: ed arretrò la Senna
     Le sue correnti stupefatte e mute5.
Vogeso ne tremò, tremò Gebenna6
     E il Bebricio Pirene7, e lungo e roco


    preste e fiere Di Siloe in riva il sangue assiro sparse».

  1. Sion: Gerusalemme, sul monte Sion.
  2. Quando ecc.: Il censo fatto da Gioab, per ordine di Davide (il mite ecc.), di tutta la Palestina, tranne le tribú di Levi e di Beniamin, fu di «un milione e cento mila uomini atti a maneggiar la spada; e quattrocento settanta mila combattenti di Giuda». Paralipomeni I, xxi, 5. Quest’atto di superbia del re fu punito severamente: «che per tre dí la spada del Signore e la pestilenza vada in giro per lo paese, e che l’angelo del Signore vada facendo strage in tutte le regioni d’Israele» . Op. e loc. cit., 12 e 15 e seg. — Varano Vis. cit., 280: «Questi nella Giudea, mentr’egli offerse In sacrifizio a Dio vittime tante, La strada all’aure venenate aperse Del buon re sciolto in pianto agli occhi avante».
  3. Uno è de’ sei ecc.: Ezechiele, condotto in ispirito dentro il tempio di Gerusalemme, vide entrare «per la strada della porta superiore, che guarda settentrione» sei angeli «e in mano di ognun di essi uno strumento di morte: eravi anche un uomo (angelo) in mezzo a loro vestito di roba di lino, e aveva appeso a’ fianchi un calamaio da scrivere... E il Signore gli disse: va per mezzo alla città, per mezzo a Gerusalemme, e segua un thau sullo fronti degli uomini, che gemono e sono afflitti per tutte le abbominazioni, che si fanno in mezzo ad essa. E a quelli disse....: Passate per la città, seguitando lui, e percuotete: non s’impietosisca l’occhio vostro, e non abbiate pietà... Non uccidete però alcuno, che veggiate aver sopra di sé il thau, e date principio (alla strage) dal mio santuario». Ezech. IX, 2-6. Cfr. il sonetto del Frugoni: L’Angelo sterminatore.
  4. Taccion le stelle: Catacresi, che deriva da quella di Dante (Inf. i, 60): «Mi ripingea là dove il sole tace». Cfr. la nota al v. 219, p. 17.
  5. ed arretrò ecc.: Virgilio En. VIII, 240: refluitque exterritus amnis. Cfr. anche En. IX, 124, Salmi CXIII, 3 ecc.
  6. Vogeso: i monti Vosgi, che separano l’Alsazia dalla Lorena. Ariosto XXVII, 101: «Tremò Parigi, e turbinossi Senna All’alta voce, a quell’orribil grido; Rimbombò il suon fin alla selva Ardenna Sí, che lasciâr tutte le fiere il nido. Udiron l’Alpi e il monte di Gebenna...». — Gebenna: cfr. la nota al v. 181, c. I.
  7. il Bebricio Pirene: «Ai monti Pirenei il poeta dà l’aggiunto di Bebricio, perché il loro nome vuolsi derivato da Pirene figlia di Bebrice, la quale ebbe in essi la tomba dopo di essere stata violata da Ercole e straziata dalle fiere. Un tal fatto vedilo