E da la valle un fremito salía,
Un nembo inebrïante;
E correa per i colli un’armonia;
40Ed io pensava, o Dante,
A te, quando t’arrise un verecondo
Viso tra i bianchi veli,
E tu sentivi piovere su ’l mondo
44Amor da tutti i cieli.
— Come al sol novo un desio di vïola
S’apre il mio cuore a te.
La costoletta mi ritorna a gola:
48Fa’ venire il caffè. —
Cosí diceami un giorno de i cortesi
Ippocàstani al rezzo.
Deh, quante dinastie di re cinesi
52Passaro in questo mezzo?
Or son quell’io? e questo è quel mio cuore
Questo che in sen mi batte,
Qual procellosa l’ala del condore
56Su l’alte selve intatte?
Oh come solo il mio pensiero è bello
Ne la sua forza pura!
Oh come scolorisce in faccia a quello
60Questa vecchia natura!