Da gl’iperborei lidi al pio suolo
Ei riede, a’ lauri dal pigro gelo:
Due cigni il traggono candidi a volo:
16Sorride il cielo.
Al capo ha l’aurea benda di Giove
Ma nel crin florido l’aura sospira
E con un tremito d’amor gli move
20In man la lira.
D’intorno girano come in leggera
Danza le Cicladi patria del nume,
Da lungi plaudono Cipro e Citera
24Con bianche spume.
E un lieve il séguita pe ’l grande Egeo
Legno, a purpuree vele, canoro:
Armato règgelo per l’onde Alceo
28Dal plettro d’oro.
Saffo dal candido petto anelante
A l’aura ambrosia che dal dio vola,
Dal riso morbido, da l’ondeggiante
32Crin di vïola,3
In mezzo assidesi. Lina, quïeti
I remi pendono: sali il naviglio.
Io, de gli eolii sacri poeti
36Ultimo figlio,