Pagina:Poesie (Carducci).djvu/475


giambi ed epodi 449


Mentre tormenta languido sirocco gli assetati
Caprifichi che ondeggiano su i gran massi quadrati
Verdi tra il cielo e il mar,
Su i gran massi cui vigile il mercator tirreno
Saliva, le fenicie rosse vele nel seno
90Azzurro ad aspettar?

Ricordi Populonia, e Roselle, e la fiera
Torre di Donoratico a la cui porta nera
Conte Ugolin bussò
Con lo scudo e con l’aquile a la Meloria infrante,
Il grand’ elmo togliendosi da la fronte che Dante
96Ne l’inferno ammirò?

Or (dolce a la memoria) una quercia su ’l ponte
Levatoio verdeggia e bisbiglia, e del conte
Novella il cacciator
Quando al purpureo vespero su la bertesca infida
I falchetti famelici empiono il ciel di strida
102E il can guarda al clamor.

Là tu crescesti, o sacro destrier de gl’ inni, meco;
E la pietra pelasgica ed il tirreno speco
Fûro il mio solo altar;
E con me nel silenzio meridïan fulgente
I lucumoni e gli àuguri de la mia prima gente
108Veníano a conversar.