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438 | giambi ed epodi |
I barcollanti amori, in mal feconde
Scosse, d’obliqua prole
Seminan tutte queste serve sponde,
112Ed oltraggiano il sole.
E il tradimento e la vigliaccheria,
Sí come cani in piazza,
Ivi s’accoppian anche: ebra la ria17
116Ciurma intorno gavazza,
E i viva urla a l’Italia. Maledetta
Sii tu, mia patria antica,
Su cui l’onta de l’oggi e la vendetta
120De i secoli s’abbica!
La pianta di virtú qui cresce ancora,
Ma per farsene strame
I muli tuoi: qui la vïola odora
124Per divenir letame.
Oh, risvegliar che val l’ira de i forti,
Di Dante padre l’ira?
Solingo vate, in su l’urne de’ morti
128Io vo’ spezzar la lira.
Accoglietemi, udite, o de gli eroi
Esercito gentile:
Triste novella io recherò fra voi:
132La nostra patria è vile.
gennaio 1870.