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giambi ed epodi 407


Pestar sí come il piè de’ miei cavalli
Pesta il fien de’ tuoi campi. A Dio gradito,
Empier di San Petronio io vo’ gli stalli
40Del lor nitrito.

Vo’ il tuo vin pe’ miei prodi ed i sorrisi
De le donne: a la mia staffa prostrati
Ne la polvere io vo’ gli antichi visi
44De’ tuoi magnati.

Odi, Bologna. Stride ampia la rossa
Ala del foco su’ miei passi: l’ira
Porto e il ferro ed il sal di Barbarossa:
48Sermide mira. —

Lo stranier cosí disse. Ed un umíle
Dolor prostrò per l’alte case il gramo
Cuor de’ magnati. Ma la plebe vile
52Gridò: Moriamo.

E tra ’l fuoco e tra ’l fumo e le faville
E ’l grandinar de la rovente scaglia
Ti gittasti feroce in mezzo a i mille,
56Santa canaglia.6

Chi pari a te, se ne le piazze antiche
De’ tuoi padri guerreggi? Al tuo furore,
Sí come solchi di mature spiche
60Al mietitore,