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levia gravia 359


XXVI.

NEL SESTO CENTENARIO DI DANTE


I.


Io ’l vidi. Su l’avello iscoverchiato
Erto l’imperïal vate levosse:
Allor la sua marina Adria commosse,
4E tremò de l’Italia il manco lato.

Qual vapor mattutino ei nel purgato
Etere surto a l’Apennino mosse:
Drizzò lo sguardo a valle, e poi calosse
8Come nembo di lampi incoronato.

Sentir l’arcana deità presente12
Le plebi de’ mortali e sbigottita
11Nel conspetto di lui tacque ogni mente:

Ma fuor de l’arche antiche al sole uscita
De’ savi e de’ guerrier la morta gente
14Salutò la grand’anima redíta.