Né omai piú reggono piedi né ale
Dietro la lirica universale.
Oggi ciclopica s’è fatta l’arte; 20E Bronte e Sterope su per le carte
Con vene tumide, con occhi accesi
E con gli erculei muscoli tesi
A prova picchiano: Venere guata,
E gli rimescola la limonata: 25Mentre il monocolo pastore etnese,
Succiando il femore d’un itacese,
Con urli orribili divelle un pino
E a le Nereidi fa il mazzolino.
Deh, quanti, o misero, d’ispirazioni 30Litri raccogliere puoi ne’ polmoni,
Quanti chilometri de l’infinito
Puoi tu percorrere con passo ardito,
Quanti ravvolgerti chili d’affetto
Giú ne lo stomaco puoi tu, libretto, 35Da uscire a gloria tra le persone,
Senza pericolo d’indigestione?
Te con le tenui miche d’Orazio
Crebbe la pallida musa del Lazio,
A te quell’aere parve bastante 40Che respirarono l’Ariosto e Dante:
Chiede il novissimo stadio altre bighe:
Libro, rincàsati, cansa le brighe.
Vedi? minacciano Cariddi e Scilla:
Ti preme Davide con la Sibilla. 45D’amor tu chiacchieri, e questo va: