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378-403 TEOGONIA 61

i figli d’aurora e d’astreo


Aurora partorí i venti gagliardi ad Astrèo,
Zefiro serenatore, veloce nei tramiti Bora,
380e Noto: con un Dio si fuse ella, Diva fulgente.
E dopo loro, un astro, Eòsforo, a luce essa diede,
e le lucenti Stelle, che sono corona del cielo.

i figli di stige e pallante



Stige, d’Oceano figlia, die’, mista d’amore a Pallante,
nelle sue case, Nice5 dai vaghi malleoli, e Zelo.
385E Crate poscia e Bia generò, celeberrimi figli,
che mai non han lontano da Giove né casa né sede,
né s’allontanano mai, se ad essi l’Iddio non l’impone,
ma stanno sempre a Giove signore del folgore presso.
Però che Stige un giorno decise cosí, l’immortale
390Oceanina, quando l’Olimpio che i folgori avventa
tutti gl’Iddei chiamò che vivono eterni, e promise
che quanti seco adesso pugnassero contro i Titani,
nessuno privo andrebbe di doni, e ciascuno l’onore
avrebbe ch’era un dí suo retaggio fra i Numi immortali.
395E chi non ebbe onori da Crono, soggiunse, né doni,
onori e doni, come Giustizia desidera, avrebbe.
Stige immortale fu la prima che giunse in Olimpo
insiem coi figli suoi, secondo il volere del padre.
E Giove l’onorò, le diede larghissimi doni,
400fece che il nome suo fosse giuro solenne ai Celesti,
e che i suoi figli sempre vivesser dov’egli viveva.
E parimenti a tutti, cosí come aveva promesso,
mantenne; ed egli ha sommo potere fra tutti ed impera.